Matrimonio tra cugini: limiti legali e considerazioni sulla salute





Il matrimonio tra consanguinei, un tempo frequente soprattutto nelle famiglie reali, oggi è un tema delicato e spesso scoraggiato. Ma cosa dice la legge italiana in merito al matrimonio tra cugini?

Innanzitutto, è importante distinguere tra parentela, ovvero il legame di sangue tra persone che discendono dallo stesso antenato, e affinità, cioè il vincolo che lega il coniuge ai parenti dell'altro coniuge. I cugini rientrano nella categoria dei parenti in linea collaterale.

La legge italiana non vieta esplicitamente il matrimonio tra cugini. Tuttavia, la Chiesa cattolica richiede una dispensa speciale per celebrare le nozze religiose tra consanguinei. Tale dispensa va richiesta congiuntamente dagli sposi al tribunale del luogo di residenza e può essere concessa anche a zii e nipoti, cognati, generi e suocere (in casi particolari).

Esistono però dei divieti assoluti al matrimonio per alcune categorie di parenti, come genitori e figli (anche adottivi), nonni e nipoti, fratelli e sorelle germani, consanguinei o uterini, adottati e figli o coniuge dell'adottante, adottante e coniuge dell'adottato.

Un aspetto da non sottovalutare nel matrimonio tra cugini è il potenziale rischio genetico per eventuali figli. I consanguinei che si sposano hanno infatti una maggiore probabilità di avere figli con malattie genetiche, malformazioni o ritardi mentali. Tuttavia, oggi è possibile ridurre tali rischi attraverso una consulenza genetica specialistica, che studia l'albero genealogico e effettua test mirati, come quello del DNA.

In conclusione, sebbene il matrimonio tra cugini non sia esplicitamente vietato in Italia, è importante valutare attentamente tutte le implicazioni legali e sanitarie prima di compiere questo passo. Il consiglio è di rivolgersi a professionisti esperti per ottenere un supporto adeguato in una scelta così delicata.

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