La banca non può rifiutare al coerede il rimborso pro quota del conto corrente e del conto titoli del de cuius





La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 27417 del 20 novembre 2017, ha confermato un importante principio in materia di successioni: la banca non può rifiutare al coerede il rimborso pro quota del conto corrente e del conto titoli intestato al de cuius, anche in mancanza del consenso degli altri coeredi.

Il caso in esame riguardava alcuni coeredi che, a seguito del decesso del genitore, avevano richiesto alla banca di poter prelevare le somme depositate sul conto corrente e di disinvestire i titoli intestati al de cuius, nei limiti delle quote di loro spettanza. La banca aveva rifiutato, adducendo come motivazione il mancato consenso di un altro coerede.

Il Tribunale di Venezia, in primo grado, aveva accolto la domanda dei coeredi, condannando la banca e il coerede dissenziente al risarcimento del danno. La Corte d'Appello di Venezia, invece, aveva riformato parzialmente la sentenza, rigettando la domanda dei ricorrenti.

La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sulla questione, ha ribadito che ciascun coerede può agire nei confronti del debitore del de cuius per la riscossione dell'intero credito o della quota proporzionale a quella ereditaria vantata, senza necessità di coinvolgere gli altri coeredi e senza che l'iniziativa debba essere nell'interesse della comunione.

Pertanto, la banca non può rifiutare al coerede il rimborso pro quota del conto corrente e del conto titoli intestato al de cuius per mancanza del consenso di un altro coerede. Ogni coerede, infatti, può agire per l'adempimento del credito ereditario pro quota, senza che la parte debitrice possa opporsi adducendo il mancato consenso degli altri coeredi. Eventuali contrasti tra i coeredi dovranno trovare soluzione nell'ambito dell'eventuale giudizio di divisione.

In conclusione, questa sentenza ribadisce il diritto dei singoli coeredi di ottenere dalla banca il rimborso della propria quota di credito ereditario, indipendentemente dal consenso degli altri coeredi.
Si tratta di un principio importante a tutela dei diritti successori, che impedisce alla banca di frapporre ostacoli ingiustificati all'esercizio di tali diritti.

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